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Ormai è certo: per quanto riguarda l’homo (mica tanto) sapiens, la selezione naturale funziona esattamente alla rovescia (l’effetto Darwin-reverse di cui parlo da anni).
Come nel caso di Emilie, splendida ragazzina francese, dolce, delicata, intelligente, prima della classe, amante della lettura e degli animali, una che se aveva qualche soldino non lo buttava certo in stupidi straccetti modajol-firmajoli. Isolata, perseguitata e massacrata con perfidia giorno dopo giorno, ora dopo ora, da bulli escrementizi per il suo essere bruttina e “secchiona”, e da bulle escrementizie per il suo non aderire al vomitevole codice conformista e superficiale delle pecore insulse in perenne sculettosa sfilata. Mai un momento di pace, in una scuola che per crudele ironia si chiama “Notre Dame de la Paix”.
Credete forse che la selezione naturale abbia operato con una bella pestilenza selettiva che decimasse le spietate sottomerdoline col cervello piccolo?
Ovviamente ha operato all’opposto: depressione e suicidio della vittima.
Ora i suoi genitori ne stanno pubblicando lo struggente diario sulle pagine di un giornale. Se diventerà un libro, lo comprerò e lo raccomanderò a chiunque (ma forse dovrebbero essere i ministri di tutta Europa a raccomandarlo alle scuole).
Leggo questi sconvolgenti stralci del tuo calvario, guardo la tua foto mentre accarezzi un cagnolino, in un momento tenerissimo ma non abbastanza da consolarti (il tuo viso è tanto triste e cupo) e non so se piangere più per la rabbia, per la tenerezza, per la compassione, o per il vuoto di amicizia e di empatia che incredibilmente ti circondava, rendendo la tua vita un buco nero d’ingiusto supplizio, un’adolescenza trasformata in gogna quotidiana.
Per quel che ormai può valere: ti voglio bene e ti abbraccio forte, mia povera, tenera, fragile, perduta sorellina Emilie!